In questo momento la situazione al confine tra il Sudan e il Ciad è molto delicata a causa della guerra civile iniziata in primavera nel primo dei due Paesi. 

 I numeri delle persone che fuggono dal conflitto sono alti e le condizioni di vita sono al tracollo. 

 Medici Senza Frontiere in questo video mostra come la situazione sia molto difficile a livello sanitario e umanitario, dichiara che sono almeno 358.000 le persone che hanno attraversato il confine verso le zone più pacifiche. 

Le risorse di prima necessità scarseggiano ed è necessario l’intervento di tutte le associazioni e le organizzazione umanitarie che possano dare sostegno urgente in risposta alle condizioni di emergenza in cui si trovano le persone ospitate al campo profughi di Adré e in quelli allestiti nelle zone limitrofe (fonte: https://www.avvenire.it/mondo/pagine/sudan-dimenticato). 

 Condividiamo il video pubblicato dal Sole24Ore che mostra dall’alto quanto sta accadendo: https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/ciad-immagini-campo-profughi-adre-ospita-200mila-persone/AFJTh3a

 Anche le Nazioni Unite ne hanno parlato qui: https://unric.org/it/sudan-incontro-bruxelles/

Le notizie che riguardano il Ciad sono passate in secondo piano rispetto ad altri argomenti e le persone non conoscono la situazione drammatica: diffondiamo i video e gli articoli che ne parlano proprio per portare alla luce quanto sta succedendo al di fuori dei nostri confini in Paesi che sembrano lontani ma dove c’è bisogno l’aiuto di tutti. 

Tra le attività che Donk Humanitarian Medicine odv sta attivando c’è anche “African Pace Project” il progetto avviato grazie alla collaborazione con l’Ospedale La Reinassence di Ndjamena, l’Ospedale Universitario di Riferimento Nazionale (CHU-RN), il Complesso Universitario Ospedaliero Le Bon Samaritain (CHU-BS) e il patrocinio dell’Università di Ginevra. Il progetto riguarda l’ambito della cardiologia interventistica, è coordinato da Filippo Ciampa e realizzato grazie al finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l’8×1000 della Chiesa Valdese.