Si celebra oggi la Giornata Mondiale della Giustizia Sociale (risoluzione ONU 62/10 del 26 novembre 2007) che vuole sottolineare gli impegni assunti dalle Nazioni Unite e dalla comunità globale per la promozione di sistemi economici inclusivi, improntati alla giustizia e all’equità e rispettosi dei valori democratici di partecipazione, trasparenza e responsabilità.

L’attenzione dell’edizione 2022 è posta alla promozione del passaggio dall’occupazione informale a quella formale come condizione necessaria per ridurre povertà e disuguaglianze, promuovere il lavoro dignitoso, aumentare la produttività e la sostenibilità delle imprese.

Dati ufficiali, infatti, riportano che il 60% della popolazione occupata mondiale (vale a dire 2 miliardi di donne, uomini e giovani) si guadagna da vivere nell’economia informale. Con questo termine, a partire dagli anni Settanta in riferimento ai Paesi in via di sviluppo, si intendono esperienze di produzione e di vendita che si collocano al di fuori del mercato e delle sue regole, quelle transazioni di beni e servizi non inclusi nella contabilità nazionale, che dunque non hanno come contropartita un salario (ad esempio beni prodotti all’interno del nucleo famigliare per autoconsumo e ampi settori come quelli del volontariato). In particolare, il riferimento è al divario digitale, che si è aggravato anche a causa dell’emergenza pandemica, all’importanza di fornire opportunità di lavoro dignitoso e di proteggere il lavoro e i diritti umani nell’era delle tecnologie digitali. 

Illustrazione di Sadek Ahmed da sito ONU